Jacopo Bignone ha trentotto anni e vive ad Albenga con i genitori. Loro vorrebbero cedergli il negozio di gastronomia, lui aspira a diventare giornalista. Fino ad ora, però, è fermo ai referti di PS e alle sagre contadine, poche righe in cronaca che firma con le sue iniziali. JB, come la marca di whisky.
In una notte di fine estate, Jacopo giunge sul luogo di quello che sembra un drammatico incidente, causato da un pirata della strada. La vittima è una giovane donna, vestita in modo succinto e priva di documenti. Poche ore dopo, stranamente, una seconda ragazza si materializza davanti ai fari della sua auto. Cammina sulla statale a piedi nudi, sola.
Jacopo le offre un passaggio. Non sospetta l’identità della ragazza e i pericoli da cui la sta salvando. Quando lo scoprirà, gli sarà impossibile tirarsene fuori. I due, insieme, ricostruiranno una faida aspra e violenta, iniziata ai tempi della guerra partigiana e non ancora conclusa.
Leggi il primo capitolo: http://www.lanteriluini.it/Library/Bruja%20Library.pdf
Le prime presentazioni avverranno a Varese il 27/11 (ore 18, teatro Santuccio) e ad Alassio (sabato 11/12, biblioteca Deaglio).
Se vuoi, compralo qui: http://www.libreriauniversitaria.it/bruja-lanteri-maurizio-todaro/libro/9788886981910?a=342129
La Bruja è sostantivo spagnolo.
Significa strega,vecchiaccia.
Ma anche nel dialetto del basso piacentino ricordo una frase classica di mia zia Marinin ,laureata in Cotognata di Mele “Lè ‘na brujassa”.
Per dirmi : lascia perdere quella ragazza, è una stregaccia.
A volte, già solo per il titolo,un libro ti schiaccia l’occhio.
Un amico che ha del gran tempo da perdere, mi segnala l’inizio del testo di un canzone di Panteon Rococ.
Sta es la historia de una bruja loca
que siempre viojaba volando en un escoba.
Questo amico mi rammenta che una sua zia Zisulusa ,nel dialetto della
bassa Andalusia, era solita ammonire ” Ocho a la bruja ses la brujassa”.