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Brivido eterno: l’incipit

Il primo capitolo del nuovo romanzo di Larissa Ione è disponibile su VareseNoir grazie alla collaborazione dell’ufficio stampa di Leggereditore. Buona lettura e buon brivido a tutti.

Capitolo 1

Il demone è un principe dell’aria e può
assumere diverse forme, ingannare
i nostri sensi per un certo periodo di tempo;
ma il suo potere è limitato,
può terrorizzarci ma non farci del male.
(Robert Burton, Anatomia della malinconia)

Se non fossero stati in ospedale, Eidolon avrebbe ucciso il
tizio che implorava per la propria vita.
Ma visto che le cose stavano così, avrebbe dovuto salvare
il bastardo.
«Avolte essere un medico è uno schifo» borbottò, e trafisse
il demone in abiti umani con una siringa piena di enoxacina.
Il paziente urlò quando l’ago penetrò nel tessuto lacerato
della coscia, iniettando nella ferita il medicinale per prevenire
eventuali infezioni.
«Non lo hai sedato prima?»
Eidolon ridacchiò per le parole del fratello minore. «L’incantesimo
di Protezione mi impedisce di ucciderlo. Non mi
trattiene dal dispensare un po’di giustizia durante la terapia.»
«Non riesci a lasciarti il vecchio lavoro alle spalle, eh?» Shade
aprì completamente la tendina che separava due dei tre

cubicoli del pronto soccorso e si avvicinò. «Questo figlio di
puttana mangia i neonati. Lascia che lo accompagni fuori io
in sedia a rotelle, poi gli spaccherò quel culo sciancato.»
«Si è già offerto di farlo Wraith.»
«Se fosse per lui, Wraith liquiderebbe tutti i pazienti.»
Eidolon borbottò. «Probabilmente è un bene che il nostro
fratellino non abbia intrapreso la strada della medicina.»
«Non l’ho fatto nemmeno io.»
«Tu avevi altri motivi.»
Shade non aveva voluto passare troppo tempo sui libri, soprattutto
perché il suo potere di guarigione si addiceva di più
al mestiere che aveva scelto, il paramedico. Tutto quello che
faceva era togliere i pazienti dalla strada e tenerli in vita finché
lo staff dell’Underworld General non li avesse sistemati.
Il sangue gocciolò sul Continua a leggere

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Bacchiglione Blues: l’incipit

Il primo capitolo del nuovo romanzo di Matteo Righetto è su VareseNoir, grazie alla collaborazione dell’ufficio stampa di Perdisa Editore.

Buona lettura a tutti!

1

Arrivati a quel punto non era più nemmeno una questione
di soldi, quanto piuttosto di principio. Una specie di senso
di giustizia, se volete, di rettitudine, se per lui rettitudine
voleva dire qualcosa.
Il lavoro che gli era stato richiesto più di un anno prima,
l’aveva fatto senza fiatare, l’aveva fatto subito e l’aveva fatto
come Dio comanda. Nei minimi dettagli.
Eppure, e questa era la nota dolente, i soldi pattuiti non li
aveva mai ricevuti, anzi, di quella cifra non aveva avuto neanche
un centesimo, ragion per cui a un certo punto aveva deciso
di andare a prenderseli di persona una volta per tutte, senza
inutili convenevoli, false cortesie o stupide richieste formali.
Perciò quella sera prese la sua Fiat Bravo bianca taroccata
di tutto punto con tanto di vetri oscurati, mascherine coprifari,
spoiler e alettone posteriore, e si diresse deciso a Gorgo,
anzi, tra le campagne attorno a quella minuscola frazione,
perché era proprio lì che viveva Tito Pasquato, il suo debitore,
in quella bassa provincia padovana che tanto assomiglia
alla Louisiana occidentale. Abitava esattamente in una cascina
ristrutturata lontana anche dagli occhi di Dio, affogata
tra i campi di barbabietole, soia, bruma e nient’altro, eccetto
l’amara consapevolezza di essere collocati nel culo del mondo.
Una cascina nascosta come una stella in pieno giorno.
La Bravo procedeva lenta nella notte, attraversando decine
di chilometriche stradine sterrate uguali l’una all’altra
come bianchi perimetri dei campi coltivati che si estendevano
a destra e a sinistra. Ovunque. La strada la ricordava
perfettamente e guidava guardando dritto davanti a sé, attraversando
di tanto in tanto qualche banco di foschia spessa
come il fondotinta sulla faccia di un vecchio clown, mentre
decine di falene, moscerini e altri insetti notturni si spiaccicavano
sul vetro del suo parabrezza rilasciando una poltiglia
densa e appiccicosa.

I fari illuminavano a malapena le stradine di ciottoli, mentre
dalle casse dell’autoradio risuonavano alcuni pezzi dei Balkan
Blues, con una musica battente e ritmata che si alzava nel
cielo assieme al polverone sollevato al passaggio dell’auto.
Quando finalmente intravide la sagoma della vecchia Continua a leggere

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BRUJA di Maurizio Lanteri e Lilli Luini‏

Jacopo Bignone ha trentotto anni e vive ad Albenga con i genitori. Loro vorrebbero cedergli il negozio di gastronomia, lui aspira a diventare giornalista. Fino ad ora, però, è fermo ai referti di PS e alle sagre contadine, poche righe in cronaca che firma con le sue iniziali. JB, come la marca di whisky.

In una notte di fine estate, Jacopo giunge sul luogo di quello che sembra un drammatico incidente, causato da un pirata della strada. La vittima è una giovane donna, vestita in modo succinto e priva di documenti. Poche ore dopo, stranamente, una seconda ragazza si Continua a leggere

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