LA CASA DEI NORMALI di Francesco Manarini

La casa dei normaliCon una scoppiettante quanto illuminante prefazione firmata da Francesco Gallone, arriva in libreria con “Eclissi” il romanzo «La casa dei normali» di Francesco Manarini, già autore (insieme a Massimo Rodighiero) del noir sperimentale «Quando il suo sguardo».

Lo scenario di questa nuova storia ai confini della realtà è il futuro più vicino a noi, quello che deve ci spaventare soprattutto per le figure che sono destinate ad abitarlo: giovani sgangherati, figli del cinismo e dell’ipocrisia, spettatori e protagonisti di un mondo in cui si vive (si sopravvive, anzi) solo per apparire. Creature insensibili, anestetizzate dall’accidia che li accompagna per mano durante ogni ora del giorno. Esistenze fatte di nulla, vite sprecate di fronte a uno schermo televisivo che dipinge solo macchie di realtà fittizia e notiziari disinformativi fra il livello di un videogioco e l’altro.

Come recita il virgolettato in quarta di copertina, «Se il presente ti disgusta, aspetta di vedere cosa ha in serbo il futuro». A partire dal linguaggio, aggiungo io: le parole che Manarini ha deciso di mettere in bocca ai protagonisti, infatti, danno forma a uno slang che maltratta così tanto l’italiano da suonare perfette. Un lessico che nasce per la strada e che cresce in casa. Un gergo che si nutre di nulla, ma che ingrassa comunque. Una lingua che fa male a chi la ascolta e, ancor di più, a chi la parla. Peccato solo che, questi ultimi, non siano in grado di rendersene conto. Un frasario, quello messo nero su bianco da Manarini, che non è solo finzione. Basta camminare per strada, o muovere il pollice sul telecomando, per capire che Manarini ha fatto centro.

Ha preso la mira, tirato il grilletto e colpito il bersaglio. Ha saputo farci secchi, insomma, mostrandoci quello che già avevamo davanti agli occhi da chissà quanto.

1 Commento

Archiviato in News, segnalazioni, recensioni, etc.

Una risposta a “LA CASA DEI NORMALI di Francesco Manarini

  1. Veritènk per la rece, mi scuce un trìp. Ora sgambo, che c’ho da scollarmi le nuove mutande da testa di Marcelli. Tisa.

Lascia un commento, se ti va

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.