Lettere al serial killer: il gioco del Caturanga

Intelligente Greg, confido che la solitudine della tua cella possa essere alleviata da questa scacchiera che ti invio. Ti servirà per cimentarti nel Caturanga, antichissimo gioco indiano.

Mi chiamo Arnelius e sono maestro di sesto livello di Caturanga, alla Speciale Scuola di Caturanga di Billings, nel Montana. Mio padre Cornelius era maestro di Caturanga. Mio nonno Pompelius era maestro di Caturanga. Mio bisnonno Famelius era maestro di Caturanga.

Il Caturanga è un gioco di riflessione. E’ per 2,3 o 4 giocatori e richiede un materiale povero: cartone, matita, 2 dadi e 2 pedine per ogni giocatore. Troverai allegate alla scacchiera le spiegazioni. Rammenta soprattutto che i Katti, posti al centro dei lati, sono i punti di partenza. E il Tachi è al centro, punto d’arrivo comune a tutti.

Nessuno può negare la necessità di sviluppare le doti di astuzia e di concentrazione.

Il Caturanga, nato nella notte dei tempi,in un remoto villaggio dell’India, lascia il posto d’onore alla riflessione. Diventane un sublime interprete.

Arnelius

 

Stucchevole e intempestivo Arnelius,

scusa il ritardo nella risposta, dovuto al fatto di essere stato confinato, per quindici giorni, nella cella di massima punizione. Il tuo Caturanga mi ha fatto litigare con l’amico Art Fischer, la guardia scelta che ho sfortunatamente pensato di coinvolgere nel gioco.

Sono nate delle incomprensioni. In tanti anni di detenzione,non mi era mai capitato di scontrarmi con il vecchio Art.

Dopo una estenuante disputa sui Katti, non ci siamo neppure trovati d’accordo sul Tachi. Oltretutto le tue spiegazioni si sono rivelate nebulose e cervellotiche. E poi si sono generate sgradevoli concause. Le punte delle matite rotte, 1 dado finito nella sbobba del mezzogiorno, la scacchiera di 9×9 riquadri, tutti dello stesso colore, ricoperta dalla insopportabile forfora di Art. Ora che ci rifletto, direi che il Caturanga, più che un gioco di riflessione, sia un cimento di pressione. Quella che sulle costole del povero Art ha fatto ‘crock’, inducendolo a crollare dai tacchi, non lontano dal Tachi.

Sono anche pentito per le due pedine finite nell’occhio destro dell’ospedalizzato Fischer, che la sua famiglia l’abbia al più presto sullo zerbino di casa. Pur ritenendoti una persona premurosa,vorrei mandare al diavolo te e la tua gente. Maceratevi i testicoli nel carpione di Caturanga. E tu evita di alleviare la solitudine degli uomini giusti, rincoglionito di un Arnelius maestro di sesto livello.

Ti auguro un gran treno, al prossimo passaggio di livello. Incustodito.

Ottenebrato Greg

 

Questa rubrica è ideata e curata da Carlo Cavalli. Nel caso, prendetevela con lui.

2 commenti

Archiviato in Lettere al serial killer

2 risposte a “Lettere al serial killer: il gioco del Caturanga

  1. Freddie Carnera.

    Concordo con Greg.
    Questo gioco scatena la stizza.
    Un mio socio di Caturanga è stato colpito da una spranga.
    Mia la spranga, sua la testa.

  2. Jam Dissanguante.

    Il Tachi è al centro, punto d’arrivo comune a tutti.
    Non è posto da quattro Katti.

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